Appelli inutili: a Lampedusa sbarchi senza freni

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Gli allarmi per il diffondersi del Coronavirus nell’isola, le promesse governative di ricollocazione, non frenano gli sbarchi dei migranti a Lampedusa e nelle coste dell’Agrigentino. Sabato scorso (19 settembre) quasi duecento persone sono approdate a Lampedusa su tredici imbarcazioni, e altri trecento migranti nella notte di domenica: in meno di 24 ore un boom di sbarchi: ufficialmente 26, ma si ignora il numero complessivo dei barchini e dei migranti approdati sulle spiagge dell’Agrigentino. Nell’hotspot di contrada Imbriacola sono state superate le mille presenze a fronte di una capienza di 192 posti. Il conteggio dei migranti non ferma ed in continuo controllo e aggiornamento. La nave AlanKurdi, della ong tedesca Sea Eye, ha trasferito a Lampedusa 133 migranti che erano stati raccolti in tre diversi interventi.

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A quanto pare, visti i risultati, a poco valgono gli appelli del presidente della Regione siciliana Nello Musumeci. Questa la sua ultima dichiarazione: “Apprendo adesso che sono oltre 60 i positivi arrivati con la OpenArms a Palermo. A questi si aggiungono quelli già presenti in Sicilia e quelli che hanno test in corso. Il tutto mentre la “zona rossa” istituita ieri si è rivelata una scelta tempestiva con il numero dei positivi nella comunità di Palermo, la Missione Speranza e Carità, cresciuto oltre le 100 unità. E poi Lampedusa di nuovo stracolma e altre Ong che pretendono di utilizzare i porti siciliani mentre stiamo scoppiando. Vorrei che ragionassero di questo al vertice europeo del 23 settembre. Vorrei che capissero che l’Europa è assente sul suo fronte più scoperto: il Mediterraneo. Lo hanno abbandonato e l’Occidente non può fare finta di niente. Il prezzo lo pagano la Sicilia e il resto d’Italia. C’è una strafottenza senza precedenti, una volgare strumentalizzazione che capovolge la realtà: quelli che difendono i diritti umani sono accusati di razzismo; quelli che se ne fregano della salute degli ultimi, sono pronti per la canonizzazione. In un mondo così, in un mondo che va al contrario, nessuno si deve poi lamentare se la paura genera insicurezza. E di insicurezza, si sa, si alimentano i totalitarismi, non le democrazie”.

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